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25 Settembre 2015
L'arte dell'improbabile e dell'impossibile
di Gianni Pezzano



L'arte dell'improbabile e dell'impossibile
Ultimatum
alla Terra

Klatuu barada nikto. 

 

Una volta conoscevo a memoria questa frase in una lingua inesistente. Ha svolto un ruolo importantissimo in uno dei film che mi hanno fatto amare il genere della fantascienza. The Day the Earth Stood Still (Ultimatum alla Terra in Italia) del regista Robert Wise del 1951. Non ero ancora nato, ma il film veniva trasmesso regolarmente alla televisione australiana durante le vacanze scolastiche. Ora il film è considerato un classico del genere e la  brillante regia di Wise ha ispirato generazioni di registi in tutto il mondo.

 

Non ero l’unico tra i miei coetanei a sapere quella frase e a sognare di avere un robot come Gort che ci obbedisse, ma come tutti i giovani non capivo che il film aveva un messaggio serio ispirato dalla Guerra Fredda che minacciava la pace nel mondo con le bombe atomiche possedute da entrambi gli avversari.

 

Quando è uscita la nuova versione del film nel 2008 ho deciso di non vederlo perché i ricordi dell’originale erano ancora forti e temevo d’essere troppo critico. Qualche giorno fa ho visto il dvd di questo film in svendita e ho deciso di vederlo. Da tempo avevo già in casa il dvd della versione originale e volevo averli entrambi.

 

Naturalmente le due versioni dei film erano diverse e la minaccia all’esistenza della Terra non era una guerra nucleare, ma la crisi ecologica. Il protagonista, l’alieno Klaatu, non era venuto ad avvisare i capi dei governi del pericolo di una guerra atomica, ma per distruggere la specie che metteva in pericolo la Terra, gli essere umani. Sembra quasi banale dire che anche nella nuov versione c’era il robot Gort, ma questa volta era una creazione degli effetti speciali e non un modello, come di nuovo la famosa frase ha svolto un ruolo centrale.

 

Ma non intendo fare una recensione del film, ogni persona deve decidere se la nuova versione sia un omaggio all’originale, oppure uno scempio al suo ricordo. Alla fine del film pensavo al genere di per sé che è spesso visto come la letteratura e il cinema dell’impossibile, ma il confronto tra questi due film dimostra che la fantascienza non è l’arte dell’impossibile, ma l’arte del pensiero e della realtà. Il genere utilizza l’improbabile e l’impossibile per trattare temi seri in modi nuovi.

 

Il mondo che ha creato il primo film era appena uscito da un’enorme guerra mondiale e c’era in corso la guerra in Corea che minacciava una conflitto ancora più grande. Questa era la minaccia vera che tormentava tutto il mondo e il cinema ne prendeva ispirazione, sia nei film realistici di spie sia nelle satire dei personaggi dell’epoca che nei film di fantascienza. Infatti, non era un caso che durante anni 50 e 60 le minacce al nostro pianeta nei film di Hollywood spesso venivano da Marte, il pianeta rosso e dunque il simbolo perfetto per rappresentare la minaccia sovietica agli occidentali. Con la fine della Guerra Fredda gli autori, come gli scenografi e i registi cinematografici dovevano trovare un'altra minaccia per attirare l’attenzione del pubblico.

 

 Come ha dimostrato magistralmente il regista Douglas Trumbull nel suo film Silent running (La Seconda Odissea in Italia) del 1972 questa minaccia era al nostro ambiente. In questo modo la fantascienza mantiene temi attuali per i lettori dei libri e la gente che va al cinema. Infatti, prima ancora del film di Trumbull sin dalla sua uscita nel 1965 il libro Dune Frank Herbert era diventato un cult per il suo messaggio ecologico.

 

Allo stesso modo altri autori hanno capito che c’erano temi importanti per il grande pubblico internazionale. Clockwork Orange (Arancia Meccanica), sia la novella di Anthony Burgess che il grande film di Stanley Kubrick, ha trattato temi fondamentali di libertà e di violenza nella società. Temi fondamentali di censura e di libertà di pensiero sono trattati nel libro Fahrenheit 451 di Ray Bradbury che è diventato un film cult di Francois Truffaut. Il titolo si riferiva alla temperatura di quando la carta comincia a bruciare e la storia è ambientata in un futuro dove i libri sono vietati e il lavoro dei vigili del fuoco è di scoprirli e di bruciarli.

 

Gli sviluppi della genetica hanno ispirato opere che trattano la differenza tra cloni, andoidi ed esseri umani. Senza dubbio il più grande di questi è il film Blade Runner del regista Ridley Scott tratto dal racconto Do Androids Dream of Electric Sheep? di Philip K Dick che ci fa capire che con lo sviluppo della tecnologia sarà difficile, se non addirittura impossibile differenziare tra di loro.

 

Un film che tratta in un modo divertentissimo il tema dell’intelligenza artificiale è Short Circuit  (Corto Circuito) del 1986 che affronta il tema dei computer ultrasofisticati e se potranno diventare essere indipendenti e come faremo a capire se lo sono. In effetti, questo è anche uno dei temi centrali del capolavoro di Stanley Kubrick 2001, A Space Odyssey (2001, Un’Odissea nello Spazio) del 1968 dove HAL2000, il computer dell’astronave Discovery One, sviluppa un’identità indipendente e ammazza gli astronauti per salvare la propia esistenza.

 

Per chi non ha mai letto di fantascienza, oppure che considera la versione cinematografica come una prova di tecnologia degli effetti speciali, la fantascienza non è considerata alla pari con altri generi. Oppure considerano i libri un passatempo e non un mezzo per considerare la vita in generale. Ma la realtà è ben diversa.

 

Benché negli ultimi anni molti film del genere siano diventati mezzi per mettere in mostra i nuovi sofisticatissimi effetti speciali, ci sono ancora registi che cercano di raccontare storie divertenti che allo stesso tempo cercano di trattare temi seri. Un caso recente è Ender’s Game (Il Gioco di Ender) del 2013 del regista Gavin Hood dal romanzo pluripremiato di Orson Scott Card che tratta i temi serissimi del costo delle vittorie e il ruolo controverso dei giovani in guerra.

 

Purtroppo il modo superficiale con cui questi film spesso sono pubblicizzati ha impedito al pubblico serio di volerli vedere. Questo parere è sbagliato perché i migliori film di fantascienza incoraggiano il pubblico a cercare le opere originali che li hanno ispirati. Questo discorso vale anche per i disegni sulla copertina di romanzi di fantascienza che spesso ingannano il pubblico e lo inducono a considerarli di poco conto, ma una lettura attenta di solito dimostra che il tempo di leggerli, come anche di vedere i film non è sprecato. Valgono davvero la pena di essere letti e visti perché ci fanno pensare.

 

 








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