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Cultura - Cinema e spettacoloStefania Castella

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17 Giugno 2015
Donne in noir. Tra le mani di Elisabetta Bucciarelli il nero della realtà
di Stefania Castella



Donne in noir. Tra le mani di Elisabetta Bucciarelli il nero della realtà
Elisabetta Bucciarelli
protagonista della
seconda puntata

Siamo appena al secondo incontro e già in trappola, con la giusta convinzione di non poterne più fare a meno. Piccole gocce d’aria che arriva diversa, e diversamente arriverà perché ognuno scrive a suo modo, col suo stile, con la sua firma, di sua forma.

 

Marta Perego è elegante, nell'immersione metropolitana, leggera, scivola su temi spessi e difficili, lasciare la parola alle autrici di un nero che non è di solo piombo e non è sfumatura informe. Nero, colore, come ci racconta all’aperura, che, può essere il colore delle donne. Ma la meraviglia è che non è uguale per tutte. La seconda puntata è dedicata ad una nuova straordinaria autrice. Vi colpirà, profondamente e andrete a cercarla se non l’avete già fatto, per leggere con i vostri occhi le parole che vi racconta.

 

Elisabetta Bucciarelli, è molto, tanto. E’ profondità di sguardo che non si allunga crogiolandosi o compiacendosi e non ci allunga lame nel buio o solo sangue, profondamente costruisce le sue storie, perché come avrete modo di sentire, la sua scrittura è cresciuta dentro lei, diventando la parte predominante di sé. In questo spaccato televisivo, brevissimo, c’è un guizzo di bellezza che riempie, anche se per poco e per un attimo fugace che riassumerlo, sembra un torto. Raccontandosi attraverso le domande della valente Perego, Elisabetta Bucciarelli spiega le ali su di sé, e la sua Milano. Milano che non è solo quella città da bere che si espande lucida nei riflessi di impeccabili vetrine. È anche Milano di periferie che palpitano, che accolgono, che, e lo impariamo piano piano, come tutte le grandi città certe volte, celano, non per forme di menzogna o cattiveria, ma forse per tentativi di protezione.

 

Protegge la sua anima accostandola al buio della mente, questa brava autrice, indagando la ragione, cercando la costruzione, che sia piena e non pura raccolta, che svaghi. Perché per lei scrivere è importante, perché per lei scrivere talvolta è stata una necessità, indispensabile per raccogliere su, con carta e penna, i racconti della nonna, essenziale per riversare pensieri trasportarli rendendo loro vita e giustizia.

 

Che ammirazione genera la passione che prende vita su un foglio. Talmente immersa nel suo scrivere che dei personaggi chiamano, invocano. Elisabetta racconta che la protagonista “seriale” e principale di sei dei molteplici (e pluripremiati) romanzi, Maria Dolores Vergani investigatrice, indagatrice della mente, propensa alla riflessione e più che alla punizione alla comprensione, è viva e quasi di peso corporeo e quasi fardello, appoggiato sulle sue spalle. Perché certe volte ciò che scrivi cerchi di staccarlo da te, di non tenere come in grembo materno la tua creatura, dipendente, e succede, comunque.

 

Elisabetta Bucciarelli racconta dell’importanza di temi legati al sociale, alle donne, forme di buio e violenza di visioni attualissime, allacciate al quotidiano vivere. Diplomata in drammaturgia, collabora alla stesura di testi teatrali oltre che saggi e racconti e raccoglie il frutto di un lavoro preciso e nello stesso tempo “selvaggio” con una scrittura premiata più volte (“Bloody Mary Award” per “Femmina De Luxe” per la Perdisa e “Ti voglio credere” per Kowalski, solo per citarne alcuni).

 

Una scrittura originale, impegnata, nera, nell'accezione più profonda. Vera. “Corpi di scarto” (VerdeNero Edizioni Ambiente) dolorosamente attuale e un titolo tra i tanti saggi che racchiude tanto: “Io sono quello che scrivo” che a volte è un bene, a volte dolore puro. Tra le domande che indagano nel profondo, una su tutte: Perché le donne muoiono, perché spesso sono vittime, un tema su cui si è interrogata tante volte, e tarlo che riecheggia nelle nostre menti in questi anni di femminicidio.

 

Perché le donne muoiono, riporta la verità che fa male perché nello scontro che certe volte tra generi si crea, si barcolla troppo spesso e troppo spesso i corpi contro, sono inevitabilmente troppo forti per poter rispondere. Parentesi dolorose di chi cade sotto colpi di finto amore, ormai quasi quotidianamente. Un’altra bellissima avventura nella mente di queste scrittrici che impariamo a conoscere di più, grazie a questi brevi ma intensi spaccati regalati per cinque sere. “Donne in noir” penetrante, accattivante, ci ha preso per mano accompagnandoci in una nuova realtà in una nuova città, in un nuovo profondissimo anfratto della mente femminile.

 

Su Top Crime da lunedì 15 a venerdì 19 giugno. Non perdetelo, ne vale veramente la pena.








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