 | | Maddie |
“Sto aspettando la vita migliore, non abbasserò lo sguardo non aprirò gli occhi. Terrò il bicchiere pieno fino al mattino, perché sto solo tenendo duro per stanotte. Aiutami, sto aspettando una vita migliore”. Si, dirà anche “one two three, one two three, drink” e sembrerà l’elogio alcolico di una generazione perduta nell'orda diluita di un’esistenza che ondeggia a quel lampadario (“Chandelier”) e potrei aprire questo pezzo prendendo varie direzioni. Dire che si, la cantante australiana non canta da oggi, ha alle spalle anni di lavoro, la molto dotata Sia, ma anche sottolineare che ci ha visto lungo quando ha puntato tutto sul suo alter ego dodicenne e da qui, signori, aprire capitoli infiniti.
Bisognerebbe che vedeste e sicuramente avrete visto almeno una volta un video della cantante in questione, almeno uno degli ultimi pezzi noti, a scelta tra il già nominato “Chandelier” datato 2014, ma ancora nelle orecchie perché colonna portante sonora di alcuni spot pubblicitari, oppure “Elatic heart”, quello straziante urlo di cuore che ha paura di essere trafitto da una lama troppo affilata, ma sa di essere immune, in parte, al dolore, perché ha imparato ad essere per l’appunto un “elastic heart”, un cuore elastico. Ecco elastico il cuore, elastico il corpo da dodicenne che danza con il lui protagonista, l’attore trentenne Shia LaBeouf.
La giovanissima è Maddie Ziegler e non è una dodicenne qualunque, perdonatemi per la parola che userò, ma il suo corpo è talmente una sola cosa con la danza, che sembra una cosa fatta per la danza. Caschetto biondo platino, viso assurdo, talmente espressivo da annullarsi in qualunque espressione, fate conto che sia uscita da un talent, fate conto che in Italia non abbiamo un talent come “Dance moms”, reality in cui insieme danzano ed esibiscono i loro sogni le mamme con le loro figlie. (Lifetime dal 2011 in onda).
Si esibiscono le giovanissime ballerine della “Abby Lee Dance Company” nella quale Maddie entra a due anni. Più precoce di così. Quando un talento lo hai nel DNA difficile tenerlo in gabbia e guardarla nella gabbia con l’attore dall'infanzia difficile (oggi LaBeouf nonostante il successo è quasi un border line) procura effetti differenti tra chi elogia e chi grida allo scandalo per i riferimenti sessuali e dominatori (il film è stato colonna sonora di “50 sfumature di grigio”).
Ai detrattori la cantante stessa risponde su Twitter: “Il mio intento era quello di trasmettere emozioni, non di farvi arrabbiare” e la sua voce indubbiamente raggiunge lo scopo, ma ancora di più l’intensità della piccola Maddie. Piccola donna che attraverso le sbarre della gabbia che si vede nel video passa come una fogliolina lasciandovi dentro il più corpulento compagno di danza. Voluta a tutti i costi dalla cantante che attraverso la rete le faceva, all'epoca, un appello perché la rappresentasse nei suoi video, oggi Sia e il suo “corpo estraneo danzante” hanno fatto sicuramente centro, “Chandelier” ha ottenuto due nomination agli MTV Video Awards 2014 per il miglior video dell’anno e miglior coreografia, vincendo il premio per la seconda categoria.
Successo compiuto con una splendida operazione artistica di incontro di voce e corpo. Peccato che il corpo appartenga a quella che dovrebbe essere poco più che una bimba occupata a riservare le sue giornate allo studio con svago “normale” e al massimo allo shopping con le amiche come tutte le adolescenti (pre adolescenti in questo caso). La signorina invece, diva ormai affermata con milioni di fans sui social, firma (a parte contratti e autografi) una linea moda con la sorella, si concede a telecamere e servizi fotografici, detesta essere truccata (lo fa da sola con i tutorial di you tube) e si spera in nessuna crisi isterica da diva troppo up. Esibizioni da star, meritandoselo sicuramente, ma con il solito però.. che istintivamente ci fa penare ai nostri figli ai nostri adolescenti e pre.. A quanto gli stiamo addosso, vorremmo proteggerli, a quanto invece a volte li carichiamo di responsabilità e di desideri che ci appartengono.
Trattasi certo in questo caso, di bambina prodigio senza ombra di dubbio, eppure l’ombra ci sembra di vederla lo stesso, quando tutto in realtà sembra troppo veloce ed esagerato. E se le ragazzine facessero solo le ragazzine e basta? “One two three, one two three drink”…che non sia troppo presto?
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