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Cultura - Cinema e spettacoloStefania Castella

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17 Gennaio 2015
'Hungry Hearts' cuori affamati e dolorosi, nell'ultimo film di Saverio Costanzo
di Stefania Castella



'Hungry Hearts' cuori affamati e dolorosi, nell'ultimo film di Saverio Costanzo
Hungry Hearts,
una scena del film

Bella è bella Alba, nella maniera in cui non si è belle nello stereotipo comune delle procaci super esplosive da cinema. È una di quelle bellezze che inchiodano, nell'intensità di uno sguardo, nell'intonazione della voce. Nessun film “semplice”, nessun ruolo banale, Alba Rohrwacher è “l’attrice”, in ogni sua fibra, nel viso rinascimentale, nella leggerezza di un passo. Ogni interpretazione è particolare e intensa, e in quest’ultimo film, diretta da Saverio Costanzo, suo compagno anche nella vita, conferma le scelte mai facili. La pellicola fa e farà discutere, per l’attualità del tema, per le tante, troppe sfumature che fanno di certe storie, percorsi di vita, anche dolorosi.

 

“Hungry Hearts” (cuori affamati) il titolo. Lei, Alba, è Mina, protagonista insieme all'attore Adam Driver, Jude, il marito. Girato in gran parte in sequenza con un budget bassissimo, e troupe ridotta ai minimi termini, come spiegano gli stessi attori; un film che è stato percorso emozionale da attraversare dal regista, dai suoi attori, e poi con forza lasciato andare verso il pubblico, con l’intento di non allontanarsi mai dall'intensità emotiva. Noi siamo di fronte ad osservare, Mina e Jude che si incontrano nel bagno di un ristorante a New York, si innamorano, si perdono uno nell'altra, con gioia con entusiasmo. Il matrimonio, l’arrivo di un figlio, poi, qualcosa si infrange. Tutto piano piano scivola di mano. Quanto c’è di reale, inutile dirlo, in mille prospettive, senza sfiorare per forza il dramma, cosa avviene con l’arrivo di un bambino, è qualcosa che solo all'apparenza rassomiglia alla naturalità delle cose. Passare da figli a genitori, è un distacco difficile da abituarcisi immediatamente. Devi essere perno, devi essere equilibrio. Succede di pensare di avere la proprietà della creatura che partorisci, succede a molte donne di sbandare, di non capire, succede di annullarsi intorno a quella vita minuscola. Succede in questa pellicola, come nella vita.

 

Mina si convince che suo figlio è speciale, che debba essere protetto da tutto, dal mondo, dal cibo, dalle medicine. Mina coltiva ortaggi in terrazzo, e smette di uscire di casa, per tenere lontano il piccolo dall'inquinamento, da quello che la spaventa, tutto, tutto quello che non è lei. Esasperando i toni, il racconto è un meccanismo che scatta pericolosamente in alcune menti che diventano per troppo amore deleterie, ossessive, l’amore diventa malattia. Il piccolo comincia a diventare materia di scontro per i genitori che se lo contendono come fosse un osso. Per il suo bene, ognuno di loro due, diventa un’entità sola, separata dall'altro, per amore, si sbaglia, tante volte. Jude porta il piccolo da un medico, capisce che la madre lo sta uccidendo quasi. Il conflitto si tingerà di dramma. E Saverio Costanzo sa come muovere bene le corde del cuore e dell’animo quando si arriva a toni quasi noir. L’angoscia di sbagliare: “sono pieno di paure, passano solo quando lavoro ad un film” rivela lui stesso.

 

Il disagio emotivo, il dolore, non sono temi nuovi per il bravo regista, che ha tratto anche questo ultimo film da un romanzo, come già fatto in precedenza (“La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano ad esempio), e il romanzo tema, è “Il bambino indaco” di Marco Franzoso, una storia dove ti chiedi soltanto “come si fa ad accettare che l’istinto materno, qualche volta possa incontrare l’istinto di morte, e che il desiderio del bene assoluto possa coincidere con il male più atroce”. Per Alba, la storia è comunque un racconto d’amore tra due, che si sono amati e voluti, tra una madre ed un figlio. Per amore ci si perde, per amore ci si dona totalmente, fino ad annullarsi, fino ad annullare. Una guerra di sentimenti, dove i vincitori si confondono. Nel film, come nella vita.

 

“Hungry Hearts” al cinema dal 15 gennaio








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