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Cultura - Cinema e spettacoloLoris Roselli

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03 Gennaio 2013
Intervista a Michele Guaschino
di Loris Roselli


Intervista a Michele GuaschinoPochi sanno che, all’ombra della Mole Antonelliana di Torino, vive e lavora Michele Guaschino. Chi è? Uno tra i più importanti effettisti speciali cinematografici, teatrali e televisivi d’Italia. Si diploma al liceo artistico nel 1985 e inizia la sua attività in una cantina di via Po nel 1989. Appassionato di film horror, nel 1991 decide di fare il grande salto e vola a Los Angeles, dove segue gli insegnamenti di Rick Backer, colui che ha curato gli effetti speciali di Michael Jackson in "Thriller" e vincitore di quattordici premi Oscar. Oggi Guaschino collabora con il trasformista Arturo Brachetti, con il Museo Nazionale del Cinema di Torino (dove ha allestito lo scorso anno la mostra tematica sul cinema horror "Diversamente vivi") e con Maurizio Cattelan, famoso per le sue opere d’ispirazione post-duchampiana. Intervistiamo Guaschino proprio nel suo laboratorio, tra scaffali pieni di parti anatomiche, mostri e marchingegni vari.
 
LR: Quando e come nasce la tua passione per gli effetti speciali?
 
MG: Dopo aver frequentato il liceo artistico, vista la mia passione per la trasformazione del volto, decisi di aprire un laboratorio per la realizzazione di maschere teatrali.
Prediligevo le maschere che riuscivano a trasformare la fisionomia dell'attore in maniera realistica e così, scoprendo dell'esistenza di tecniche che consentivano di trasformare il viso lasciando la mobilità dei muscoli facciali, m’indirizzai verso il settore degli effetti speciali del trucco.
 
LR: Da dove prendi gli spunti per le tue creature?
 
MG: Ovunque. Chiaramente se si tratta di personaggi verosimili esamino e studio la realtà, se invece ti riferisci a creature fantastiche parto dal reale per poi fondere con spunti che vengono dalla letteratura, dall’arte, da ciò che posso vedere in giro o da un'idea improvvisa.
 
LR: Nell'era degli effetti speciali digitali come si colloca il tuo lavoro?
 
MG: Non avendo basato la mia attività sul mercato cinematografico che in Italia, per un effettista, non dà modo di evolversi, non ho avuto grossi scossoni. In ogni caso vedo al cinema, anche da parte di grosse produzioni americane, un utilizzo del digitale che fa rimpiangere il make up.
Il digitale ha portato grossi risparmi sulla parte di animazione elettronica dei personaggi ma credo che, fin quando ci saranno attori in carne ed ossa, il trucco speciale resisterà, almeno per chi vorrà risultati di qualità.
 
LR: Quale tra tutti i tuoi lavori ti ha dato più soddisfazione?
 
MG: Potrei forse dire un trucco d’invecchiamento realizzato sull'attore Paolo Casanova o il grosso vampiro per il Dylan Dog festival... anche perchè mi ricordano i primi anni di attività, ma anche diverse realizzazioni recenti eseguite per conto di Maurizio Cattelan.
In realtà, tutti e nessuno; quando termini un lavoro, vorresti poi rifarlo e migliorarlo perchè non ti soddisfa. È il meccanismo dell'evolversi.
 
LR: E quale meno te ne ha date di meno?
 
MG: Tutti quelli in cui la fretta non ha consentito di curarli a dovere.
 
 LR: A cosa stai lavorando in questo momento?
 
MG: A varie realizzazioni artistiche e ad alcuni progetti, sia cinematografici sia teatrali, dei quali, per ora, preferisco non parlare.
 
Ringraziamo Michele Guaschino con il cenno di una mano… finta, ovviamente.







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