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Cultura - Cinema e spettacoloStefania Castella

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12 Dicembre 2014
La comicità, una questione matematica
di Stefania Castella



La comicità, una questione matematica
i protagonisti della serie
The Big Bang Theory

Metti un appartamento, quattro scienziati, nerd, geniali, sociopatici, pignoli (al limite della psicopatologia), aggiungici una donna, oltremodo carina, oltremodo svampita, col cervello impegnato perlopiù in divagazioni superficiali e aspirazioni da cinema. Mixa, otterrai la formula perfetta. "The Big Bang Theory", è un fenomeno, numeri alla mano.
Dal primo episodio in onda sul canale CBS il 24 settembre del 2007, viene l’anno dopo proposto in pay tv, in Italia, e in chiaro nel 2010. Puntata dopo puntata scorrono veloci sette serie, l’ottava in programma a gennaio. The BBT, vince tutto. Sette Emmy (gli oscar americani per le serie tv) di cui quattro, al personaggio più amato e forse più azzeccato: il misantropo, sferzante psico-sociopatico Sheldon Cooper interpretato dall'attore Jim Parsons.
Pochi giorni fa, la Macroarea di Scienze dell’Università Tor Vergata di Roma, ha dedicato alla serie un’intera giornata di studio, analizzandone il successo, discutendo alcune delle equazioni presenti sulla lavagna del professor Sheldon, che sono in realtà vere operazioni matematiche, eseguite dal professor David Saltzberg professore di fisica e astronomia alla University of California di Los Angeles. La fenomenologia del successo "matematico" era discussa insieme anche a Giorgio Gherarducci della Gialappa’s band, e i doppiatori dei protagonisti, portatori di variegate curiosità dal loro mondo.
La trama è in effetti semplice, il protagonista, il fisico sperimentale Leonard Hofstander (l’attore Johnny Galecki) divide casa con il fisico teorico Sheldon Cooper, le loro vite si muovono tranquille tra università, schematiche e metodiche partite a "dungeos and dragons" con gli amici Howard Wolowitz (Simon Helberg) ingegnere aerospaziale, e Raj Koothrappali (Kunal Nayyar) la lettura dei fumetti fantascientifici che adorano. Tutto fila liscio finché non arriva Penny (Kaley Cuoco) la nuova vicina di casa a sconvolgere le vite e le abitudini di tutti. I quattro, menti eccelse, brillanti, tra gli scienziati più validi del paese, totalmente incapaci di condividere esperienze "normali", impossibilitati a rapportarsi con l’altro sesso, con questa nuova conoscenza si confronteranno con il mondo, quello femminile e non solo, a loro modo. Sebbene il personaggio di Leonard sia protagonista (è lui che instaura una relazione con la giovane Penny introducendola nel gruppo), il personaggio di Sheldon è quello che sicuramente ha sempre costituito il pezzo forte della serie. Preciso all'inverosimile, assolutamente negato per qualunque rapporto amichevole o amoroso, infastidito da qualunque tipo di contatto (stipula un contratto con quella che diventerà la sua ragazza, prevedendo rari contatti fisici, limitati a formali e asettiche strette di mano) per i fans più accaniti che lo seguono e lo studiano con precisione, potrebbe essere affetto dalla sindrome di Asperger (una sindrome imparentata con l’autismo). Gli autori non hanno mai avvalorato l’ipotesi, l’attore nega che il suo personaggio sia malato, ma solo inverosimilmente preciso.
Se 21 milioni di persone in tutto il mondo lo seguono, un motivo dovrà pur esserci. Considerando che il fenomeno genera introiti per 1 milione di dollari, forse si spiega anche il cachet, quantomeno stellare del cast: un assegno da un milione di dollari a puntata. La sit-com, non è solo la più vista, ma anche la più pagata, battendo il record di altri miti come "Friends", dove certo gli attori non si potevano lamentare degli assegni multi zero. Se un tempo Ashton Kutcher vantava il cachet più alto,( per "Due uomini e mezzo" intasca 750mila dollari a puntata), oggi possiamo dire che, i secchioni l’hanno avuta vinta sui sex symbol, senza ombra di dubbio. Le ragioni di un successo così planetario? Per Jim Parson due, "i personaggi sono rimasti gli stessi nell'arco di tutte le stagioni. Non ci sono storie da seguire, si può godere dello spettacolo anche senza un appuntamento fisso settimanale". La seconda: "è una sit-com multi camera, con tanti colori primari, ambientata in due appartamenti mai tinteggiati", che dire, se non vi sembrano buoni motivi questi…








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