| Lorenzo Hengeller ph. Pino Miraglia |
Bollani racconta Hengeller
mercoledì 24 marzo (ore 21) – venerdì 26 (ore 21) – domenica 28 (ore 18)
accompagnato dalle opere di ROXY IN THE BOX
Alla faccia del jazz. STEFANO BOLLANI
« Lorenzo Hengeller è un giovanotto matto che io conosco da un po’ di anni, da poco dopo il suo primo
disco.
Da allora, da questa passione per l’umorismo – quello sano: quello di Luttazzi, di Carosone – e da
questa passione per il jazz e per le musiche vive, divertenti, nasce questo personaggio, Hengeller, con
questo nome così tipicamente napoletano, che, come sanno tutti a Napoli, è il nome delle sfogliatelle.
Finalmente si è deciso a riconciliarsi con la sua città con la quale aveva litigato: la gente diceva
“questi hengeller alla crema non sono buoni!” e lui pensava che dicessero di lui. Si è riconciliato ora che
ha fatto un disco con Elisabetta Serio, un’altra bravissima pianista, dedicato a Napoli.
Ma Hengeller rimane sempre questo simpatico mattacchione che conosciamo: questa sfogliatella.
Andiamo a sentire cosa c'è dentro la sfogliatella Hengeller, perché ha molte cose da raccontarci
ancòra. Qualcuno dirà “è d'antan!”: e sarà d’antan… ma ascoltatelo, ché vi divertite, perché Lorenzo è
fortissimo! »
Dietro le note di Lorenzo Hengeller c’è un manifesto di poetica del jazz. Da sempre per antonomasia il jazz, il genere
degli irregolari, appartiene a chi lo suona, che, per lo più libero dai lacci degli spartiti, va in cerca di atmosfere e
prosegue per improvvisazioni e recuperi.
Una ricerca che per il musicista parte dalla propria capacità di stupirsi: «Questo concerto nasce dallo stupore
– spiega Hengeller –: mi stupisce sempre la sapienza della “leggerezza” delle note di Gorni Kramer e dei suoi baffi
sorridenti. Mi stupisce ancòra la grandezza di Renato Carosone che, in un film, suona un pianoforte con sopra adagiato
il servizio buono da caffè! Mi stupisce ancòra sentire le canzoni jazz di Lelio Luttazzi e del quartetto Cetra piene di
swing e mi stupisce oggi sentire dischi di jazz senza nemmeno un po’ di swing! Da tutti ho imparato che il solo modo
più attuale di fare jazz è quello di usarlo. Tutti i brani dello spettacolo, inediti e no, sono il risultato di questo stupore,
non di impressioni momentanee sorte dal nulla. Insomma, lo stupore vero, quello fatto di memoria, non di novità».
4 Embè (Lorenzo Hengeller)
4 ‘A casciaforte (Alfonso Mangione – Nicola Valente)
4 Lo swing del giornalaio (Roberto Del Gaudio – Lorenzo Hengeller)
4 Che afa fa (Roberto Del Gaudio – Lorenzo Hengeller)
4 Na cosa tosta (Eduardo Scarpetta – Lorenzo Hengeller)
4 L’istinto dell’emigrante (Fosco D’Amelio – Lorenzo Hengeller)
4 medley: ‘O suspiro – ‘O russo e ‘a rossa – Chella là (Renato Carosone)
4 Le tue mani (Roberto Del Gaudio – Lorenzo Hengeller)
4 Guapparia 2000 (Lorenzo Hengeller)
4 Nostalgia per la musica (Lelio Luttazzi – Lorenzo Hengeller)
ROXY IN THE BOX con la pittura, il video,
l’installazione, la performance, la fotografia, le azioni
pulp e la pop art, indaga, colpisce, schernisce e
smaschera tutto ciò che risiede “fuori dal box”,
comunicando attraverso il corpo. Cinema e letteratura
sono i suoi punti di ispirazione, internet il suo terzo
braccio e la musica il sedativo e l’anfetamina. È a Napoli
che Roxy in the box decide di insediare le sue radici
attraversando tutte le esperienze di vita e dolore che
caratterizzano la città: da questo immenso microcosmo
attinge gli spunti per scorgere e mostrare con i suoi
interventi pop le contraddizioni della società
contemporanea. Tra le sue numerose mostre personali:
“La Sposa Madre”, museo Cappella Sansevero, Napoli;
“Acthung! Acthung!”, ex-Gil, Roma; “L’Impresa
dell’Arte”, Pan, Napoli; “N.EST 2.0 the making of the
city/disegna la tua città”, Madre, Napoli; “Arredo
Palazzo Italia”, a cura della Farnesina, Belgrado; “Cow
Parade”, in piazza della Signoria a Firenze e “Best
Packaging 2017: scienza+design”, al Fuori Salone Milano.
La personale più recente è “Maresistere” presso il museo
Archeologico Nazionale di Napoli, 2020.
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